Nuova Direttiva UE sulla Due Diligence: Responsabilità Aziendale per Diritti Umani e Ambiente

sergio presutti
Jul 08, 2024Di sergio presutti


L'Unione Europea, secondo quanto stabilito dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea (TUE), si basa su valori fondamentali come il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e la protezione dei diritti umani, sanciti dalla Carta dei Diritti Fondamentali. Questi valori devono guidare l'azione dell'UE anche a livello internazionale, inclusa la promozione dello sviluppo sostenibile, sociale, economico e ambientale dei paesi in via di sviluppo.

La crescente sensibilità verso l’impatto delle attività aziendali sui diritti umani e l'ambiente ha portato all'emanazione della Direttiva (EU) 2024/1937. Questa normativa è stata creata per affrontare le lacune esistenti, imponendo obblighi stringenti e chiari alle aziende, al fine di garantire trasparenza e responsabilità nelle loro operazioni, con particolare attenzione alla riduzione dei rischi legati alle loro attività.

La direttiva si applica principalmente a:

- Società costituite secondo le normative di uno Stato membro dell'UE, che impiegano in media più di 1.000 dipendenti e registrano un fatturato netto globale superiore a 450 milioni di euro nell'ultimo esercizio finanziario;
- Società costituite fuori dall’UE, ma che generano un fatturato netto superiore a 450 milioni di euro all'interno dell’Unione Europea nell'anno precedente.

Anche le società che fungono da capogruppo di conglomerati che raggiungono tali limiti sono soggette alla direttiva, mentre le piccole e medie imprese sono escluse.

Una volta recepita dagli Stati membri, la direttiva imporrà alle aziende il cosiddetto "dovere di diligenza" (Due Diligence) nei settori dei diritti umani e dell’ambiente. Le imprese dovranno identificare, prevenire e affrontare gli impatti negativi – effettivi o potenziali – che le loro operazioni, le loro filiali o i loro partner commerciali potrebbero avere.

Le principali attività richieste includono:

- L'adozione di una politica aziendale ad hoc;
- L’individuazione e valutazione degli impatti negativi effettivi e potenziali;
- L’implementazione di misure per prevenire e mitigare questi impatti;
- La correzione di eventuali impatti negativi già verificatisi;
- La pubblicazione annuale di un rapporto trasparente sul proprio sito web, documentando le azioni di Due Diligence intraprese.

Inoltre, le aziende dovranno elaborare un piano di transizione per affrontare i cambiamenti climatici, assicurando che le loro strategie aziendali siano allineate con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e raggiungere la neutralità climatica.

La Direttiva entrerà in vigore il 26 luglio 2024, e gli Stati membri avranno due anni per integrarla nelle proprie leggi nazionali. L’applicazione delle norme sarà scaglionata secondo specifici periodi transitori, in base alla dimensione delle aziende interessate.